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Constellation, ritorno alla Luna

di Gigi Donelli

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15 gennaio 2009

Lavori in corso alla rampa di lancio 39-B di Cape Canaveral: tre torri metalliche alte 200 metri crescono intorno alla piattaforma che per anni è stata la base di lancio dello Shuttle e che ora si appresta a diventare la nuova casa del Programma Constellation. Tre vistosi parafulmine che, a partire dal 2015, dovranno tenere le saette alla larga dalla nuova generazione di razzi americani dalla forma affusolata. Se gli Shuttle resteranno legati alla costruzione della Stazione Spaziale Internazionale (SSI), Constellation vuole essere il primo atto della colonizzazione extra-terrestre e punta a permettere la costruzione di una base permanente sulla Luna.

Una nuova Costellazione
Nell'anno in cui la Nasa festeggia 40 anni più tardi il trionfale allunaggio di Apollo 11, Constellation significa ritorno sulla Luna – questa volta per restarci - e forse il primo uomo su Marte. Le armi del programma sono i razzi lanciatori Ares I e V, il modulo di comando Orion e il veicolo di allunaggio Altair che, proprio come il modulo lunare dell'Apollo fece nel 1969, dovrà aprire lo sportello sui nuovi grandi passi dell'esplorazione spaziale. Dalla Terra alla Luna in tre fasi: lancio, orbita lunare, discesa sul satellite terrestre e risalita al modulo che resta in attesa in orbita pronto per il ritorno a casa.

Lancio in due fasi
La scelta dei due razzi segue l'esigenza di maggior flessibilità dei lanciatori e la generale politica di riduzione dei costi: Ares I, il piccolo dei due, ricorda una matita molto appuntita lunga 94 metri e larga 5,5. Il suo carico utile è di sole 25 tonnellate, quasi metà dei quali serviranno a sollevare la capsula Orion che troverà posto sulla sua cima. Nel modulo di comando viaggeranno gli astronauti. 4 in configurazione standard, fino a 6 per eventuali emergenze legate a repentini abbandoni della Stazione Spaziale Internazionale. Orion, progettato da Lockheed-Martin, ha l'inconfondibile profilo del trapezio isoscele che fu di Apollo, ma il suo volume abitabile sarà più che doppio, grazie alle maggiori dimensioni e soprattutto alla riduzione dell'ingombro degli apparati di bordo.

La mente e il braccio
Autonomo rispetto alle missioni orbitali alla SSI, Ares I non sarà in grado di raggiungere la Luna senza il lancio del gigantesco fratello maggiore Ares V. Vero e proprio colosso alto quasi 120metri, potrà sollevare 188 tonnellate fino all'orbita terrestre e 71 fino a quella lunare. Sarà Ares V a consegnare in posizione il veicolo che verrà usato per scendere e risalire. Altair coprirà dunque "l'ultimo miglio" tra la Luna e la sua stessa orbita assicurando il ritorno a Orion degli esploratori lunari. Quando verrà messo alla prova – non prima del 2018 – Ares V potrà assicurarsi il primato di razzo più potente mai costruito nella storia. Entrambi i razzi sono progetti nuovi che utilizzano tecniche ben collaudate e non rinunciano all'esperienza fatta con lo Shuttle di cui Ares I eredita uno dei razzi laterali a combustibile solido, e la versione più potente Ares V l'intero sistema di serbatoio e spinta supplementare che oggi avvolge al lancio gli Shuttle.

Primi lanci nel 2015
Il cantiere che cresce per preparare Cape Canaveral all'arrivo di Constellation si affiancherà nei prossimi messi alla fase conclusiva del trentennio degli Shuttle. Il primo test di volo di Ares I è atteso entro l'anno e intanto, tra ritardi e prolungamenti vari, la navicella riutilizzabile della Nasa dovrebbe continuare a volare fino al 2012. Dopo, e fino a quando non entreranno in servizio i lanciatori Ares, al mantenimento della SSI provvederanno i russi con le affidabili Soyuz e il Jules Verne europeo. Al Kennedy Space Center, intanto, si torna a sognare: tra musei, parchi a tema, shopping center e ristoranti che offrono space-burger e barrette astronautiche varie, si attende da molti anni di tornare a respirare l'atmosfera magica della grande esplorazione.

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